A soli 19 anni è già una bandiera per Candia. A 13 anni ha esordito in serie D e non si è più fermata a schiacciare palle su palle a terra. E’ adesso il momento di lasciare la parola al nostro martello Rinaldi Mara. 

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Ciao Mara, finalmente riusciamo a parlare con la nuova capitana, aspettando la cena (stiamo intervistando Mara a fine allenamento, in attesa della cena per un doppio festeggiamento!). Allora Mara, cosa ti senti a tre giorni dalla tanto attesa sfida contro Terra dei Castelli?

E’ una partita indubbiamente sentita. In tre anni questa è la seconda volta che ci giochiamo l’accesso in serie D proprio contro Terra dei Castelli, per cui tutto l’ambiente sente molto questa gara. Noi veniamo sicuramente da un periodo positivo. La vittoria contro US Senigallia ci ha dato fiducia nelle nostre potenzialità, per cui speriamo di continuare così.

E dopo Polverigi, se, con tutti gli scongiuti riusciste a superare il primo ostacolo?

Direi Junors… anzi, forse meglio Camerano che ha subito qualche defezione. Ricambio, Camerano è una squadra lunatica, preferirei incontrare la Junors, visto che quest’anno ci abbiamo sempre vinto.

A 19 anni sei già un pilastro per Candia, ma quando hai iniziato a tirare le prime schiacciate?

Ho iniziato all’incirca a 8 anni, sempre a Candia. A 11 anni per un anno ho lasciato, dopo un grave infortunio al ginocchio fuori dal campo. Ho dovuto mettere il gesso in tutta la gamba e non sapevo se riprendere. Provvidenziale è stata Martina Giacchetta che mi ha chiesto di tornare, sono tornata e non ho più lasciato.

 

Qual è stata la prima emozione forte?

Bè, sicuramente l’esordio in serie D con Fabrizio Di Muzio. Avevo 13 anni, mi ha fatto entrare negli ultimi punti. Quando ho schiacciato mi sono sentita così realizzata, per me era come se fossi in serie A. (E dicendo questo gli occhi di Mara s’illuminano, testimonianza del fatto che è stata un vera emozione!!!!)

E il momento più duro nella tua carriera sportiva qual è stato?

Sicuramente lo scorso anno, quando mi sono dovuta fermare per qualche mese a causa della spalla. Era da un po’ che avevo dolore, ma ho continuato a giocare fino alla partita contro la Mantovani (partita vinta 3 a 2). Durante la partita ho sentito uno strano rumore alla spalla e ho capito che era arrivato il momento di fermarsi. E’ stata durissima sia fisicamente che psicologicamente. Soprattutto è stata dura vedere le compagne giocare ed io che stavo lì, a guardare perchè non potevo giocare. Avevo una tale voglia di giocare…

Il dolore alla spalla ti ha tormentato per diverso tempo. Hai mai pensato di mollare la presa?

No, questo mai, anzi, volevo affrettare i tempi del recupero perchè volevo giocare a tutti i costi. I primi tempi dopo l’infortunio, quando ho ripreso ad allenarmi, sono stati duri, facevo tanti errori, ma non ho mai pensato di abbandondare.

E per fortuna che hai resitito, anche perchè quest’anno sei stata chiamata, dopo la partenza di Michela, a prendere i gradi di capitano. Cosa hai pensato quando sei stata investita di questa responsabilità?

Mi ha fatto strano perchè è naturale pensare che il capitano sia Michela. Pero’ ammetto che un po’ me lo aspettavo, potevo essere tra le papabili e sono stata felice di prendere i gradi di Micky.

E adesso il momento anti-simpatia. La compagna “peggiore”…

(Risata, si guarda intorno e poi… ) La peggiore… Laura… Con quella faccia lì, puo’ essere solo lei!! (E continua a ridere!!)

E dopo la “peggiore”, anche se con il sorriso, la migliore…

Non posso non dire Martina Giacchetta!!!!!

Quest’anno ti abbiamo visto parecchio sanguigna in campo, non solo nel momento di attaccare la palla, ma anche con qualcuno che siede nei seggioloni. Quante volte avresti voluto atterrare l’arbitro?

Bè, diciamo 4-5 volte, soprattutto nella partita contro T&C Falconara, pero’ non esageriamo…

Adesso che sei la capitana, cerchi di limitare un po’ la tua “veemenza” agonistica contro pubblico & avversari?

Ci provo, ci provo e ci provo. Quando mi innervosisco cerco di respirare, faccio un sospiro e provo a ritrovare la calma, pero’ a volte ci scappa il nervosismo…

3 aggettivi per descrivere il tuo volley…

Determinato, divertente ed esplosivo.

Siamo giunti alla fine della nostra chiacchierata e come conclusione, essendo tu una giocatrice “aperta” dentro e fuori il campo, ti chiediamo un giudizio sincero sulla società.

(E qui Mara cade vittima di un fraintendimento, non capisce subito la domanda, ovvero per società intende la società in generale, non la società sportiva Candia e quindi dà un 6, i presenti all’intervista, che invece avevano capito la domanda, rimangono interdetti per il voto basso. Mara continua a non capire, ma dalle facce perplesse alza il voto fino a 7. L’intervistatrice chiede il perchè del suo voto basso e Mara replica: Perchè chi è ricco diventa sempre più ricco. E così tutti scoppiano a ridere! Di seguito la risposta corretta!).

Non è una domanda facile… 8, voto 8 perchè non ci sono mai stati problemi con noi!!!

 

 


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